Punta sulla tecnologia Prelios per sviluppare l'attività sul fronte UTP. Da un lato, quindi, pensa a m&a mirati tra i data provider e dall'altro ha ampliato l'operatività della piattaforma fintech BlinkS, sinora marketplace di NPL, ai crediti verso aziende in difficoltà e al factoring per aziende in special situation. Un'attività quella dell'invoice trading lanciata sottotraccia lo scorso novembre 2022, ma che Gabriella Breno, ceo di Blinks, ritiene abbia grandi potenzialità di sviluppo:
“Nel corso del 2023 ipotizziamo di gestire sulla piattaforma Blinks Invoice Trading da 350 a 400 milioni di euro di fatture commerciali. In particolare, la cessione pro-soluto dei crediti commerciali in bonis con BlinkS Invoice Trading si affiancherà poi alla cessione pro-soluto di crediti commerciali insoluti con BlinkS Commercial Credit".
Il gruppo Prelios entra così nello specialty financing con l'obiettivo di supportare le tante aziende i cui crediti sono oggi classificati delle banche come Stage 2, cioè crediti in bonis che presentano segnali di incremento di rischio. Continua Breno: “In base alla nostra esperienza e ai continui contatti con banche e imprese, le situazioni di rischio derivano spesso da tensioni finanziarie a volte assolutamente momentanee o dalle difficoltà delle aziende a incassare i propri crediti. Per questo abbiamo esteso l'operatività di BlinkS".
“Bisogna intervenire il più presto possibile sulle potenziali posizioni deteriorate, come gli Stage 2, prima che si trasformino in situazioni difficili da gestire”, conferma a BeBeez Magazine Riccardo Serrini, ceo del gruppo Prelios, primo gestore in Italia di fondi immobiliari ad apporto attraverso la sua sgr, ma anche servicer di crediti deteriorati garantiti da real estate attraverso Prelios Credit Servicing, che a metà 2022 vantava un portafoglio in gestione di 30,5 miliardi di euro. Di questo totale non meno di 9,5 sono UTP, che fanno di Prelios un leader del settore, il quale quindi è il prima linea per assorbire tutto quanto di nuovo si prevede arriverà sul mercato: “Ci aspettiamo che il flusso di nuove posizioni deteriorate, soprattutto UTP, aumenti molto nei Riccardo Serrini ceo del gruppo Prelios prossimi anni, raggiungendo i 90 miliardi di euro circa. Gli effetti della congiuntura sul credito si fanno sentire con un ritardo di circa 24 mesi. Quelli della pandemia cominciano a vedersi adesso, con i crediti Stage 2 che a dicembre 2022 eranao circa 220 miliardi di euro, cioè il 13-14% del totale dei finanziamenti”, dice Serrini e aggiunge: “Nei large corporate il tasso di insolvenza è tradizionalmente basso. Il grosso dei crediti deteriorati è atteso dalle piccole imprese. Questo significa portafogli granulari, sui quali Prelios è ben posizionata grazie alle partnership strette con Unicredit e Intesa Sanpaolo sul servicing di NPL e UTP. Tuttavia gestire tante piccole posizioni su altrettante aziende ancora in vita non è semplice. Infatti occorrono forti investimenti in tecnologia. E' il motivo per cui i target delle nostre prossime acquisizioni saranno data provider”.
Parole che rendono molto interessante il possibile acquisto di Prelios, oggi controllata da Davidson Kempner, da parte di ION Investments, il gruppo di Andrea Pignataro specializzato in gestione di dati finanziari e creditizi, che tra l'altro possiede Cedacri e Cerved, che oltre a essere un data provider è anche un servicer di crediti di dimensioni quasi identiche a Prelios. In queste settimane ION sta come noto conducendo in esclusiva la due diligence su Prelios e ci si aspetta che il deal possa essere siglato a metà marzo.